Grecia: Patria dei canoni di bellezza ed estetica
Canoni di Bellezza
La bellezza e gli sforzi che facciamo noi oggi per raggiungerla non esiston
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buy fake rolexofin dalla notte dei tempi; c’è un periodo storico ben preciso in cui collocare la “nascita” dei
canoni di bellezza: l’Epoca Classica.
Alla Grecia spetta il merito di aver determinato i tratti base -
per l’epoca, naturalmente - della bellezza canonica.
Omero attribuisce «
la perfezione fisica alle divinità e agli eroi di cui, di volta in volta, si mettono in risalto le membra armoniose e possenti, se sono maschi, o le guance rosate, gli occhi cerulei e le bianche braccia, se sono femmine».
Canoni di bellezza greci
Canoni di Bellezza greci
Il primo a giungere alla creazione di
canoni di bellezza “oggettivi” fu lo scultore greco Policleto di Argo (
V secolo a.C.) che, dopo aver preso le misure di diverse parti del corpo ad un campione di uomini, arrivò a definire le misure medie, imponendole come misure ideali.
Policleto scolpisce dunque un corpo perfetto e riproducibile, le cui proporzioni sarebbero desunte dalla natura.
Dopo questi studi Policleto scrive un trattato, “
Il Canone” (
dal greco “kanon”, cioè "regola") in cui descrive le perfette proporzioni del corpo umano.
La
Venere di Milo è universalmente nota quale migliore rappresentazione di bellezza femminile; essa concretizza la teoria estetica elaborata nei secoli a Policleto, Fidia e Mirone: «
un corpo è di bella estetica quando ogni sua parte ha una dimensione proporzionata alla figura intera».
L’
atleta è il soggetto preferito dagli scultori classici e diventa il modello per rappresentare anche le divinità; nell’atleta e nel dio le qualità morali come l’autocontrollo, il coraggio, l’equilibrio interiore e la volontà concorrono a farne la misura, il canone della perfezione: sono gli esseri superiori con cui devono misurarsi i comuni mortali.
Una volta stabilite misure e dati fisici che Madre Natura dovrebbe concedere, occorre anche dell’altro per giungere a quella perfezione divina tanto bramata; i greci devono la loro bellezza e l’impegno per il suo raggiungimento agli
oli profumati di rosa, gelsomino o nardo, che vengono usati da uomini e donne per ungere corpo e capelli dopo il bagno e durante i banchetti; le donne di ogni età sono solite abbellirsi il viso con una crema a base di biacca prodotta a Rodi.
Dopo la conquista della Grecia da parte dei
Romani (II Sec. a.C.), anch’essi impararono a curare il loro aspetto fisico. Assumono, tra l’altro, gli stessi canoni estetici e le stesse usanze del popolo vinto proprio perché erano, effettivamente, quelli di una beltà perfetta: «
La Grecia conquistata conquistò il selvaggio vincitore»... con la bellezza.
Se vogliamo trovare una
formula matematica alla bellezza fisica ci viene incontro Vitruvio, che scrive: «
[…] la natura ha composto il corpo umano in modo tale che il viso, dal mento alla radice dei capelli, fosse 1/10 dell'intero corpo; 1/3 del viso, considerata in altezza, và dal mento alle narici; un’altro terzo và dalle narici al punto d’incontro delle sopracciglia e l'ultimo terzo parte da questo punto fino alla radice dei capelli […]».
Basta verificare queste parole, righello alla mano, con le sculture greche e romane dell’epoca (I Sec a.C.) per avere conferma di quale fosse la
bellezza oggettiva.
I "canoni di bellezza" sono l'ideale di bellezza fisica riconosciuto dalla società, indissolubilmente connesso con il periodo e con la lo status di un popolo, sia economico che sociale. Naturalmente oggi i parametri per la definizione della bellezza, in un uomo o in una donna, non sono assolutamente paragonabili con quelli di qualche millennio fa.
Altrettanto ovviamente però, ogni cosa ha le sue origini e le basi su cui poggia; e la bellezza, le sue basi, le ha in
Grecia.
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