MILITARY SHOP: ECCO COME E’ NATO IL PARKA

Sia che ci rechiamo nei military shop sia che andiamo in qualsiasi altro negozio d’abbigliamento più generalista, da qualche anno a questa parte un elemento è sempre in vendita: il parka. Nasce come abbigliamento militare, sdoganato poi grazie ai trend e alle innovazioni della moda, è un tipo di giacca molto apprezzata dai giovani (a tal proposito, potete trovarne su www.manhattan-militaryshop.com). Scopriamone la storia!

 

Conoscere per capire

Spesso sapere come un determinato indumento o capo d’abbigliamento è nato ci aiuta molto ad apprezzarlo ancora di più. E ci aiuta anche ad apprezzare la moda, forse ci induce anche a studiarla, perché con tutti i difetti e gli stereotipi di superficialità, è grazie al mondo fashion che molti indumenti nati per altri scopi hanno acquisito popolarità e maggiore dignità.

Infatti, indossare deliberatamente un vestito senza pensare minimamente a come è stato realizzato e come si è diffuso non è il massimo, anche per chi non è interessato al mondo della moda. Del resto, se siamo italiani ciò che indossiamo molto probabilmente – e, anzi, quasi sicuramente – ha contribuito a rendere grande e influente la nostra nazione nel resto del mondo. Per cui, perché non informarsi un po’?

A tal proposito, specialmente se siete giovani da qualche anno a questa parte avete aggiunto al vostro armadio un Parka, acquistato in un military shop se siete appassionati ma anche nelle più comuni catene low o high cost. Un tipo di abbigliamento che è tornato ultimamente in auge come omaggio alla cultura anni Novanta e pezzo indispensabile per uno stile urban.

 

Parka

 

Concetti etimologici

Per capire meglio la storia di questo indumento occorre partire dal nome, che è una parola russa e letteralmente significa pelle di animale. I primi Parka infatti erano realizzati con la cute di tre animali diversi (soprattutto volpe, foca e orso polare) ed erano usati dagli Inuit – una popolazione indigena che insieme agli esquimesi vive nelle regioni artiche – per ripararsi dal gelido freddo che in inverno caratterizza quelle latitudini.

Col tempo, ovviamente, il parka esce da quel contesto e diviene un capo usato nel mondo militare, tra i soldati di terra e i piloti aerei. Soprattutto durante la seconda guerra mondiale, il parka divenne molto utile per l’abbigliamento dei militari statunitensi, anche in altri conflitti che hanno coinvolto la superpotenza americana, come la guerra di Corea dei primi anni Cinquanta.

È forse scontato dire che rispetto a ciò che usavano gli Inuit, il parka dei soldati americani ha una tecnica completamente diversa, e la sua struttura è ben più pesante in modo da meglio adattarsi al clima non proprio confortevole della regione asiatica in cui si trovano le due Coree, una penisola dove i monsoni sono molto frequenti.

La svolta dove non te l’aspetti

Tuttavia, è il 1954 l’anno di svolta per il Parka. Un anno dopo la fine della guerra di Corea tale giacca approda nel mondo civile, grazie a Refrigiwearche negli Stati Uniti lo rese una sorta di capo obbligatorio per gli operai di una ditta di lavorazione della carne, al fine di semplificare la loro vita (questi lavoratori passavano la maggior parte del loro tempo lavorativo nelle celle frigorifere).

Ciò comporta un successo strepitoso e di scala mondiale. Accompagnato dal suo motto, A modern way to keepwarm, il Parka si diffonde in tutti gli ambiti, dal settore lavorativo a quello sportivo, e in entrambi si dimostra ideale per continuare a lavorare o a fare sport anche d’inverno senza minimamente risentire delle basse temperature. Alla fine degli anni Cinquanta, il Parka entra nella cultura Jazz grazie ai Mod, fan di questo genere musicale che lo indossano per omaggiare i marines.

Il parka oggi, tra haute couture e military shop

Come accennato inizialmente, il parka continua a vivere anche oggi. Oltre ai military shop come www.manhattan-militaryshop.com diversi artisti e stilisti omaggiano la cultura del parka con delle collezioni mirate o con dei nuovi modi di portarlo, come hanno fatto a loro tempo Kurt Cobain o Eddie Vedder. Anche Kate Moss nei primi anni duemila ha indossato questo indumento militare, scrivendoci sopra God Save The Queen



Galleria fotografica


Contenuti correlati...