Bloody Mary: il cocktail drink nato da una macabra leggenda

 

Il “Bloody Mary” porta con sé un’infinità di storie e leggende, vere e meno vere, che hanno contribuito a rendere mitico questo cocktail, nato negli anni ’20 dall’inventiva di un barman del mitico Harry’s Bar parigino, Fernand “Pete” Petiot.
Un drink corroborante, dal gusto inconfondibile e adatto a tutte le ore. Un mix di succo di pomodoro speziato e vodka per palati esigenti.
Cocktail Bloody Mary drink

Cocktail Bloody Mary drink

La leggenda più inquietante che porta lo stesso nome del cocktail vuole che Mary fosse una ragazzina di 14 anni, morta accidentalmente in un incidente, e che i genitori decisero di seppellirla in giardino.
Da subito la madre disse di sentire il rumore del campanellino che Mary aveva al polso, suscitando pena nel marito. La pena divenne mistero, così i genitori della piccola Mary decisero di disseppellire la bara della figlia e riesumare il corpo, in modo da dare alla madre la prova finale della morte della figlia e mettersi in pace cuore e anima.

Purtroppo, appena la bara venne aperta, le immaginazioni della donna furono confermate: Mary aveva le unghie strappate e le dita insanguinate per aver tentato di aprire la bara e liberarsi dalla sepoltura; ma ormai Mary era morta davvero.
Questa la leggenda macabra, falsa, che ha contribuito a creare mistero e mito dietro al cocktail con lo stesso nome della ragazzina sepolta viva.

L’origine “ufficiosa” del nome sarebbe stata data alla Regina d’Inghilterra, detta la sanguinaria (Bloody).
Cocktail Bloody Mary drink
Cocktail Bloody Mary drink
A confessare l’origine “ufficiale” inevece è stato lo stesso Petiot, l’inventore, in un’intervista rilasciata alla fine della sua carriera di barman. Raccontò che il nome nacque al momento stesso in cui offrì il suo nuovo drink la prima volta; fu a due signori di Chicago in visita a Parigi ai quali Pete disse – mentendo - che quella bevanda gli ricordava una cameriera del Bucket of Blood, un famoso locale di Chicago, conosciuta da tutti come Bloody Mary (non è dato di sapere il perché di tale soprannome, ma viene da pensare di essere stati fortunati a non conoscerla).

Come sia diventato famoso nel mondo il Bloody Mary, lo si deve invece ad un’altra storia: il long drink piacque così tanto a John Jacob Astor, proprietario del mitico St.Regis di New York in visita a Parigi, che convinse Fernand Petiot a seguirlo nella City; lui accettò diventando il capo dei barman del St.Regis, nel quale rimase dal 1934 al 1966. L’unica cosa che non accettò, invece, fu di cambiare il nome del suo cocktail in Red Snapper.
Leggenda dentro la storia: Negli oltre trent’anni di servizio, Petiot si vantò di aver servito da bere a tutti i Presidenti USA, tranne uno, Lyndon B. Johnson.

Sarà per le numerose storie e leggende che porta con se, o più semplicemente per il suo bel colore “fotogenico”, sta di fatto che il Bloody Mary è spesso protagonista di film e telefilm, come compagno dei protagonisti al bancone del bar.
Cocktail Bloody Mary drink
Cocktail Bloody Mary drink

Molte le varianti al long drink originale: il Virgin Mary, versione analcolica; il Red Hammer, con il gin al posto della vodka, che nacque negli anni ’50 quando la vodka non era commercializzata. Ci sono poi delle versioni più etniche, come il Bloody Geisha, fatto con il sakè; il Bloody Maria con la tequila o la Michelada con la birra messicana.

La ricetta

Si mette nel mixing-glass 1/10 di succo di limone, sale, pepe, giusto qualche goccia di salsa di tabasco e worcestershire sauce (salsa scura a base di soia adatta per carni).

Mescolare con un cucchiaio per far sciogliere il sale, dopodiché versare del ghiaccio a cubetti ed il resto degli ingredienti (6/10 di succo di pomodoro e 3/10 di vodka). Miscelare il tutto e servire in un bicchiere da long drink.

Decorare con cuore di sedano e una fetta di limone.

Altre curiosità, se non fossero bastate quelle fin qui raccontate: Bloody Mary è un fantasma tipico del folklore del mondo occidentale. Si dice appaia in uno specchio quando il suo nome è invocato tre volte…forse con un drink in mano.


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