Il Glossario delle buone forchette
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Glossario in cucina
Per dimostrare di essere dei veri gourmand, come trendsetting impone in questi anni, occorre essere provvisti di alcune parole "tecniche", utile da sfoggiare in cucina o in locali chic per dimostrare a tutti la propria competenza.
A New York e in UK i cuochi più in voga sono vere e proprie
celebrities cui si chiede l’autografo e addirittura, in alcuni casi, si creano veri e propri club di
groupies affezionate agli chef (
un esempio su tutti: Gordon Ramsey coi suoi programmi di cucina su Sky).
I maestri dei fornelli spagnoli campeggiano sulle copertine delle riviste di mezzo mondo in qualità di inventori delle nuove formule che regolano l’
haute cousine.
A parte questo però, noi italiani rimaniamo quelli per cui il perno della serata ruota sempre intorno alla scelta del ristorante.
Il
bar hopping - cioè una serata in giro a bere - per gli italiani è un’eccezione e il rituale dell’aperitivo viene scelto con l’attenzione di non rovinarsi l’appetito coi buffet di tartine e pizzette.
Oltre alla prima parola della nostra guida, il “bar hopping”, ecco il resto della
nomenclatura culinaria; una serie di parole tecniche adatte ad ogni vernissage, finger food o normale appetizing mondano:
![Parole tecniche in cucina Parole tecniche in cucina](/contenuti/39/thumb_parole-in-cucina.jpg)
Parole tecniche in cucina
Foodie:
Bella definizione di derivazione USA, molto di moda negli ultimi tempi. I foodies sono appassionati/fanatici del cibo e della gastronomia in generale e spesso lavorano nel settore.
Il foodie
parla di cibo, ne
scrive, non si perde una degustazione o l’apertura di un nuovo locale dedicato alle meraviglie della tavola. Un primo passo per diventare foodie potrebbe essere quello di imparare questo glossario!
Comfort food:
Traducibile con “le ricette della mamma”. Sono i piatti dell’infanzia, quelli con cui siamo cresciuti. Spesso gli chef più osannati basano le loro creazioni direttamente dal loro imprinting culinario, fatto di cibi
antichi e poveri, da cui ne traggono dei personalissimi comfort food che diventano poi dei piatti di successo.
Se avete visto “
Ratatouille” della Disney…beh, il lieto fine avviene proprio grazie ad un comfort food! Il nome della pellicola stesso è anche il nome del più famoso piatto comfort food che tutti (
i foodies…) conoscono.
Show food :
La spettacolarizzazione della cucina: dal “body sushi” (
mai provato? fatelo!) alle acrobazie di pizzaioli e cuochi, per finire con l’apoteosi di
Jamie Oliver che cucina in arene e palasport di fronte a migliaia di persone e, mentre trascorrono gli 11 minuti di cottura della pasta, si scatena in assolo di batteria.
Fusion food :
E’ l’unione di diverse tipologie culinarie; sia per un approccio ed un incontro di gusti e sapori, ma anche per un avvicinamento di culture. Oriente-Occidente la più attiva in tal senso.
Locavoro:
Colui che è assolutista del territorio. Quasi un nazionalista a dimensione locale della cucina: compra e consuma solo prodotti di stagioni e nelle loro zone d’origine. Il locavoro (accento sulla “a”), ad esempio, mai mangerebbe mozzarella di bufala a Milano.
Vegetariano:
Difficile? No! Colui che non mangia carne. Questa è presente anche sul più classico vocabolario.
Crudista:
Al medesimo credo del vegetariano, aggiunge anche il non mangiare derivati di animali e cibo cotto. Motivazione? “
l’uomo è l’unico animale che cuoce il suo cibo modificandone la sua struttura molecolare; siamo la specie più colpita da malattie”. Vive di frutta, verdura, noci e semi.
Stellato/Forchettato:
Aggettivo riferito a ristoranti menzionati su guide di prestigio (
Michelin, Gambero Rosso) e siti web dedicati. Siti che spesso ribaltano i giudizi delle guide cartacee più annoverate, secondo molti troppo scioviniste e ormai poco autorevoli.
Anche la parola vuole la sua parte a tavola; trovate quindi posto per un vocabolario di parole tecniche da cucina accanto alle posate.
Bon appétit!